Τετάρτη 14 Οκτωβρίου 2015

Caro Matteo Renzi, i figli delle coppie gay non vanno discriminati

Claudio Rossi Marcelli
Caro presidente Renzi,
mi chiamo Claudio Rossi Marcelli e sono un giornalista italiano. Vivo con mio marito e i nostri tre figli - tutti di nazionalità italiana - in Danimarca e il motivo principale di questa scelta è che qui ci trattano come la famiglia che siamo. Mentre in Italia, no.
Le istituzioni del nostro paese ci trattano come merce da dibattito televisivo, moneta di scambio tra partiti, materiale per strumentalizzazioni politiche e religiose. Ma noi siamo molto più di questo: siamo una famiglia piena d’amore, come molte altre.
E sull’amore dei genitori per i figli, non si lascia libertà di coscienza. E non lo si mette ai voti: lo si protegge e lo si tutela, con misure politiche adeguate. La legge sulle unioni civili del suo governo è al limite della decenza per noi coppie e famiglie omogenitoriali, ma eravamo pronti ad accettare la dimostrazione di buona volontà a patto che non fosse stata toccata la stepchild adoption: la possibilità di adottare il figlio del proprio partner in assenza di altri genitori.


Non si può essere europeisti solo quando fa comodo
Si tratta, e lei lo sa bene, di una norma che tutela i bambini che ci sono già. È una norma che ribadisce il principio per il quale nessun bambino può essere discriminato per il modo in cui è venuto al mondo e per l’orientamento sessuale dei suoi genitori. Non cambia proprio nulla su chi può fare figli e chi no, perché i divieti vigenti in Italia rimangono esattamente come prima.
Ma non cambia neanche il fatto che una coppia di donne italiane può andare in paesi europei come la Spagna o la Danimarca per avere figli. E, a meno che non mandiamo l’esercito nelle cliniche di questi paesi per sbarrare le porte a queste coppie, dobbiamo guardare in faccia la realtà e accettare che questi bambini esistono, diventeranno sempre di più, e l’Italia ha il dovere di garantirgli uguale dignità e tutela giuridica. Perché non si può essere europeisti solo quando fa comodo.
La invito quindi a non cedere alle strumentalizzazioni o alle posizioni ideologiche e sostenere la stepchild adoption in nome di tutti quei bambini che hanno bisogno che i loro genitori lo siano anche di fronte alla legge.
Perché la mia famiglia, presidente, non è un’opinione. È una realtà.


Buon lavoro,

Milo e la sua vita con due mamme




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